Venerdì 18 luglio 2025 / 21:30
BATTISTI LEGEND - R. Pambianchi Band & Mario Lavezzi
TEATRO ROMANO BENEVENTO
TURANDOT
Teatro Romano (BN), il 29 Luglio 2025 ore 21:00.
Puccini e successivamente completata da Franco Alfano, uno dei suoi allievi.
Fu rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano, con Rosa Raisa, Francesco Dominici, Miguel Fleta, Maria Zamboni, Giacomo Rimini e Giuseppe Nessi sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale interruppe la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!», ovvero dopo l'ultima pagina completata dall'autore, dichiarando al pubblico: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» La sera successiva, sempre sotto la direzione di Toscanini, l'opera fu rappresentata nella sua completezza, includendo anche il finale di Alfano. Nel dicembre del 1923 il Maestro completò tutta la partitura fino alla morte di Liù, cioè fino all'inizio del duetto cruciale. Di questo finale egli stese solo una versione in abbozzo discontinuo. Puccini morì a Bruxelles il 29 novembre 1924, lasciando le bozze del duetto finale così come le aveva scritte il dicembre precedente. L'incompiutezza dell'opera è oggetto di discussione tra gli studiosi. C'è chi sostiene che Turandot rimase incompiuta non a causa della morte dell'autore, bensì per l'incapacità, o piuttosto l’impossibilità da parte del Maestro di risolvere il nodo cruciale del dramma: la trasformazione della principessa Turandot gelida e sanguinaria, in una donna innamorata.
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La trama
A Pechino, al tempo delle favole, vive Turandot, bellissima principessa dal cuore di ghiaccio. Molti principi chiedono la sua mano, ma la principessa sottopone tutti ad una terribile prova: se non risolvono tre enigmi difficilissimi, il boia taglia loro la testa. Il principe Calaf, figlio del re dei Tartari, a Pechino incontra casualmente suo padre Timur, arrivato lì dopo un lungo esilio; con lui c’è anche la fedele schiava Liù. Il principe, per non correre rischi, raccomanda loro di tenere segreta la sua identità. Calaf rimane talmente affascinato da Turandot da voler tentare a sua volta la prova degli enigmi; i dignitari imperiali Ping, Pong e Pang lo sconsigliano vivamente dal compiere un’impresa così rischiosa; anche il padre e Liù lo supplicano di rinunciare, ma il principe non sente ragioni. Il giorno seguente Calaf riesce a risolvere tutti gli enigmi di Turandot. Non vuole tuttavia sposarla contro la sua volontà, perciò le offre una scappatoia: se lei riuscirà a indovinare il suo nome prima dell’alba, potrà condannarlo a morte. Turandot quella notte ordina che nessuno dorma a Pechino: le sue guardie bussano a ogni porta, cercando qualcuno che conosca il nome del principe straniero. Alla fine trovano Timur e Liù, e li conducono di fronte a Turandot; Liù canta il suo amore segreto per il principe e poi, per paura di lasciarsi sfuggire il suo nome sotto tortura, si uccide con una spada. Mentre tutti piangono la sua morte, Calaf, rimasto solo con Turandot, la affronta con fermezza, finché con un bacio non riesce finalmente a sciogliere il suo cuore di ghiaccio. Ormai è l’alba del nuovo giorno quando Calaf le rivela il suo nome, mettendo la sua vita nelle sue mani. Davanti all’imperatore suo padre e alla folla esultante, Turandot dichiara che il nome dello straniero è ‘Amore’, e lo abbraccia.
TEATRO ROMANO
Piazza Ponzio Telesino
82100 BENEVENTO (BN)
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